Ieri sera, al tramonto e dopo cena, sono riuscito a riosservare con il C14, che chiameremo Mr Bison.
Innanzitutto ho appurato che il focheggiatore w.o., prestatomi da tuvok, non va a fuoco se blocco lo specchio. Le viti di blocco dello specchione sono troppo corte, così bloccano lo specchio troppo indietro e il back focus amaramente ne risente.
Comunque, mentre facevo queste prove, al primo imbrunire ho puntato giove. Cazz, quanti dettagli! Purtroppo non avevo a portata di mano il block notes per il disegno, ma è la prima volta da tanti mesi che ho sentito il bisogno di ricominciare a disegnare.
In serata invece ho sfruttato il goto della cgx-l, puntando qualche oggetto di messier e la cometa: tutto centrato perfettamente.
Il telescopio non era neanche scollimatissimo, facevano bella mostra 6 componenti del trapezio.
Ah, dimenticavo, la combo paraluce/fascia anticondensa va da dio.
Sono andato a dormir contento. Avevo paura di non riuscire a sfruttare Mr Bison, invece pare andare alla grande!
Ieri sera ho finalmente usato con un po’ di profitto il C14, grazie al tempo sereno stabile.
Contrariamente alle altre volte ho montato subito il paraluce in metallo, per evitare possibili problemi di condensa sulla lastra.
La serata era fredda, con una leggera brezza. Il seeing accettabile alle alte frequenze, molto brutto alle frequenze di contrasto più basse. Che vuole dire? Vuole che i dettagli con alto contrasto erano molto bene visibili, dunque sulla luna ho goduto di belle visioni, molto dettagliate, su giove il seeing rovinava la visione.
Gli oculari utilizzati sono stati i bellissimi pentax xl, non sono ortoscopici, ma sono molto comodi e hanno un bel campo, che sulla luna non guasta mai.
Ho avuto qualche problema logistico: il cercatore non era fissato bene e prima di accorgermene si è disallineato 18 volte, ma io davo la colpa agli anelli; la cgx-l me l’aspettavo più solida, vibra leggermente, meno di un secondo, quando si focheggia; il telescopio perde un po’ la collimazione, ma di questo scrivo più avanti.
Dato il seeing che descrivevo più su, mi sono concentrato soprattutto sulla luna.
Il primo dettaglio che mi è saltato all’occhio è la stupenda rima Hyginus. Osservando intorno ho beccato una piccola rimetta a cui non avevo mai fatto caso prima, la rima Conon, cerchiata nella foto ( uno screeshot preso dall’app MoonglobeHD):
Si trova sul versante sud degli appennini, è molto piccola, il fatto di non averla mai notata prima, non vuol dire che non ci fosse nell’inquadratura mentre osservavo con altri telescopi, ma di sicuro non mi è mai saltata all’occhio come in questa occasione e questo vorrà pur dire qualcosa… Notata con il 28mm, l’ho poi osservata anche con il 10,5mm che mi fornisce circa 400 ingrandimenti.
Altro dettaglio che mi è piaciuto, è il punto di incontro tra le due parti della rima Ariaedeus, che ero convinto fosse un unica grande rima:
Come di vede nello screenshot, in realtà sono due rime simili per ampiezza, ma staccate. Questo era molto netto all’oculare ed era la prima volta che lo notavo.
Altro oggetto osservato a lungo è stata la Vallis Alpes:
Nello screenshot ho segnato due dettagli molto belli, che all’oculare rendevano molto meglio: sembrano due valli perpendicolari alla valle principale: la prima da un craterino e raggiunge la vallata principale a circa un terzo della stessa, mentre la seconda è proprio sulla punta della vallis alpes, in direzione sud.
Divertitomi con la luna, ho provato marte. Il pianeta è molto piccolo ormai e i dettagli, se non si usano filtri, che avevo lasciato nell’armadio, possono essere molto evanescenti. Ieri si distingueva la Sirtys Mayor, quasi in meridiano, Hellas, coperta dalle nebbie, una calotta a nord.
Ho poi puntato Giove. Il gigante gassoso offriva una NEB molto movimentata, una SEB piuttosto tranquilla, la STZ luminosissima, qualche dettaglio sulla SSTB.
Infine ho puntato Elnath, beta tauri, per controllare la collimazione, constatando purtroppo che il celestrone non era proprio centratissimo. Forse il cattivo dettaglio alle frequenze basse di contrasto era proprio dovuto a quello.
Cose da sistemare:
sicuramente lo specchio si muove quando si passa il meridiano, devo bloccarlo e mettere un focheggiatore esterno;
il paraluce con il freddo è incastrato, risultato non posso più mettere il tappo al telescopio. Ieri sera ho fatto una mutanda con un sacchetto della spazzatura, però è per forza di cose una sistemazione temporanea. O trovo un altro tappo o bòh.
con il paraluce montato, per collimare serve la scala
Ieri sera ho avuto una finestra di bel tempo per osservare con il cannone.
Contrariamente alla prima volta, ho montato il paraluce, senza la lastra si appanna all’istante, anche in serate come ieri con umidità molto molto bassa.
Le condizioni del cielo erano dignitose: molto terso ma anche una certa brezza che faceva tremare me e le stelle.
Nonostante questo ho potuto osservare la luna in binoculare a circa 300x godendo della rima e della rupe Cauchy, della rima Janssen.
L’accoppiata SC+Torretta ha il pregio di avere tridimensionalità, luce, dettagli, cosa che con i rifrattori ho sempre trovato difficile.
Ho dovuto ritoccare leggermente la collimazione, ma è stato molto agevole: per fortuna sul tubo non sono montate le bob knob’s, ma belle brugole in acciaio.
Dato il seeing ballerino ho preferito non puntare marte per non avere delusioni, mi sono concentrato su qualche messier a basso ingrandimento godendo del secchio di luce da 35cm.
Devo dire che il feeling con il telescopio è ottimo, al pari del mio vecchio e amato c9. Spero di ripetere l’ottima serie di osservazioni fatte con il 23cm.
Giovedì mi è arrivato un mitico vixen fluorite 80mm f8, telescopio mitico degli anni 90 di cui si trovano pochissime informazioni in italiano, ma che cercando sui siti stranieri se ne dice un gran bene.
Il tubo è arrivato con un orribile riduzione micrometrica al focheggiatore, che ho subito tolto, sostuendo la manopola con una originale vixen ( grazie Andrea).
Presente il tipico cercatore vixen di quegli anni. Un accrocchio indicibile, talmente brutto da far rimpiangere dei normalissimi 6×30 cinesi.
Anche i tappi del cercatore e del telescopio non sono originali.
Per fortuna il doppietto è messo bene, a parte un po’ di sporco.
Smontato, pulito e riassemblato nella maniera corretta ( spaziatori tra lenti in corrispondenza delle viti di collimazione e dell’anello di compensazione termica), il telescopietto si presenta piuttosto bene: eccolo in coppia con lo sky90:
Il cugino taka è più pesante e meglio rifinito. La verniciatura del tubo, il focheggiatore, l’anello, son tutte cose che il vixen si sogna.
In ogni caso, subisco il fascino della livrea classica del vixen: è bello, proporzionato, ha la forma che dovrebbero avere tutti i rifrattori.
Per l’occasione ho montato l’80ino su la mia vecchia sp-dx totalmente manuale:
L’insieme è proprio bello, non c’è che dire.
Ma sul cielo come va?
Prima di dirlo ho provveduto a collimarlo con il chesire, ottenendo una collimazione perfezionabile.
Arrivato il buio ho puntato giove. Dico subito che la pulizia e il contrasto dell’immagine sono superbi. La macchia rossa è netta mentre sta tramontando. Io sta transitando sul bordo del pianeta ed è evidente, cosa non semplice, spesso si confonde. Anzi mi è capitato più volte con telescopi da 20-25cm di non accorgermi della presenza dei satelliti sulla faccia del pianeta.
La NEB presenta due bei festoni verso la EZ. La SEB è frastagliata. Si notano sia la STB sia la SSTB divise da un pelo bianco. La EZ presenta diversa festoni più bianchi.
In tutto questo poi i satelliti galileani sono tridimensionali nel senso che si nota he non sono stelle, che sono corpuscoli. Non so se questa sensazione sia più una suggestione o verità ( quanto il potere risolutivo dello strumento può risolvere i satelliti? Penso per nulla…).
Ho puntato poi saturno e ne ho avuto una visione grandiosa. L’ingrandimento migliore era 180x, ma c’era tutto al posto giusto, senza sbavature.
Infine qualche doppia, tra cui la bellissima gamma andromedae.
Poco ho dopo ho montato l’fs102 che naturalmente lo supera in tutto. Ma sono molto contento del piccolo vixen. E’ un telescopio leggero ma bello bello bello. Permette di divertirsi con le doppie ma anche sui pianeti sa dire bene la sua.
Oppure esiste qualcosa che gli si avvicina molto: Fs102 su montatura EM10, in tutta la sua semplice armonia
Raramente mi sono preso una cotta per un telescopio come in questo momento. Ho osservato nel takahashi fs102 e ne sono rimasto ammaliato. Pur nella sua piccola risoluzione da nanerottolo da 4″, il giapponesino sforna immagini perfette.
Giove è un disco luminoso su cielo nero. I suoi dettagli sono incisi, precisi. Non ci sono dubbi su quello che si vede: o è netto oppure non c’è.
Saturno è una pallina di natale circondata dagli anelli sospesa lì nel vuoto. Certo, il TOA130 fa vedere più dettagli, ma ha la stessa perfezione?
La luna mostra le stesse cose a bassi come ad alti ingrandimenti, senza sfigurare mai.
Le stelle doppie sono una goduria, immagini da manuale di astronomia delle giovani marmotte.
Perchè Rey? Bèh, è l’amico figo ma sfigato di Ken.
Come si vede nella foto, entrambi i telescopi erano dotati di prismino t2 baader. Lo sky90 aveva il suo extender-q che porta la focale a 800mm, molto simile a 820mm dell’Fs102.
Montato alla luce del sole, ho provato i due telescopi su un traliccio lontano.
Il 90 rispetto al 102 mostra ovviamente un’immagine più buia, anche se non mi aspettavo una tale differenza. Evidentemente le molte lenti dell’extender abbuiano molto più di quel che sembra.
Se si cerca con il lanternino, il 90 evidenzia un leggero bordo violaceo, del tutto innocuo.
In ogni caso, l’immagine rimane bella in entrambi gli strumenti, anche se preferibile nel 102.
Con il cielo ancora molto luminoso ho allineato su Arturo e puntato Izar, ottimamente risolta da entrambi gli strumenti, con preferenza per la figura geometrica restituita dal 102.
Scesa la notte, calate le tenebre, ho potuto spremere i due tubetti.
Così ho puntato una stella davvero bastarda, 13 Vul, SAO 87883, di magnitudini 4,59 e 7,37, separate da 1,4″.
Dato che quella 9u774na della secondaria cadeva proprio sul primo anello di rifrazione, è stato particolarmente difficile coglierla con sicurezza: ho dovuto usare l’oculo da 2,4mm con ingrandimento di 340x, ma l’ho vista, l’infingarda, l’ho vista nel 102. Nel 90 non ho la certezza, pur avendo notato un ispessimento del primo anello di rifrazione.
Già che ero in zona ho dato una puntatina a M13. La visione, pur essendo più scura nel 90, presentava il medesimo dettaglio, segno forse che il 90ino rende molto meglio a ingrandimenti medio bassi che ad alti ( e graziarcazzo, è f5.5!).
Altre stelle più larghe sono state risolte da entrambi gli strumenti finchè ho puntato la bellissima xi scorpii, la vera attrazione di quest’afosa e takahashiosa estate 2022. Ricordo che è una quintupla, le cui due componenti più vicine sono molto bilanciate e separate da 1,13″. Sapevo già che il 102 le separava da qualche sera prima, ma è stato interessante il risultato con il 90. Dico subito che la coppia non è stata separata, ma la visione dell’8, contornato dall’anello di rifrazione mi rimarrà nel cuore per sempre, come d’altronde è rimasto nel cuore di tutti Rey, L’uccello d’acqua di Nanto.
Le ultime due sere son servite per confrontare i due rifrattori giapponesi.
Da una parte l’enorme TOA130 sulla cgx-l, che incute un timore reverenziale, restando in giappone, simile a quello del re di hokuto Raoul in sella a Re Nero.
Dall’altra leggero FS102, che paragono nel caso a Toki, fratello più vecchio e più saggio di Ken ( a proposito, quale dei miei telescopi sarebbe ken???).
Il terreno di confronto è stato soprattutto quello di alcune belle stelle doppie che popolano il particolare cielo estivo.
Ho puntato Jabbah, anche detta Nu scorpii, 14 sco, sao 159764, doppia che forma un bellissimo quadretto con la coppia sao 159770 e 159777. Le componenti AB di jabbah sono di 4,13a e 6,55a separate da 1,3″. La doppia nel TOA era molto ben separata con abbondante spazio nero tra le due componenti, anche se la visione di insieme era “nervosa”: la luminosità della primaria con l’evidenza degli anelli di rifrazione quasi disturbava l’insieme, non so se per il seeing non perfetto o per il telescopio magari non in perfetta temperatura. Puntato il sistema con l’fs102, la visione era mozzafiato, la placida tranquillità di tutte e 4 le stelline che galleggiavano nel fondo cielo scuro dava una sensazione di perfetta armonia. Le componenti A e B i jabbah erano più vicine, con i dischi stellari evidentemente più grossi che nel toa, però la visione di insieme era preferibile. Per altro, portando a bordo campo le stelline, l’fs102 aveva un campo più piano del toa, che sul bordo un po’ torceva il campo. La cosa mi ha stupito perchè in teoria il TOA è ortoscopico ( Triplet Ortho Apo). Gli oculari utilizzati erano tutti ortoscopici di abbe. Mi sovviene ora il dubbio che questo effetto possa essere causato dall’extender 1,5x del TOA.
Ho riprovato la sera dopo la stessa Nu scorpii, confermando tutte le sensazioni su riportate. Non penso che centri l’extender, secondo me è una questione di diametro e massa vetrosa che deve acclimatarsi.
Altra stella puntata è stata Epsilon Bootis, la pulcherrima ( la bellissima secondo Otto Von Struuve) o Izar ( il velo, presumo che si riferisca al vestito del bifolco) che dir si voglia. Le due componenti, di 2,7a e di 5a, separate da 2,9″. Entrambi i telescopi le separano agevolmente. Ho preferito la visione del TOA, con gli anelli di rifrazione più lontani dalla componente B.
Xi Scorpii, torniamo nello scoprione, bellissima stella quintupla! Le due componenti più vicine, di magnitudine simile, distano 1,13″. Naturalmente la visione nel TOA130 mozzava il fiato. Anche il piccolo Fs102 però ha risolto la coppia: nella forma a 8 un filo strettissimo nero c’era. Secondo il criterio di Rayleigh, il potere risolvente è dato dalla formula 116/D= 116/102= 113,7. Dunque è proprio una stella la limite strumentale dell’Fs102!
Qualche giorno fa mi è arrivato in ufficio un paccone enorme dal giappone, il cui contenuto è un telescopio che ho spesso sognato, agognato, sfiorato, ma mai posseduto: sua maestà Takahashi Fs102.
Ho letteralmente sbavato dietro le recensioni che leggevo su sidus.org e dark-star.it, che avrò letto duecento volte.
Qualche settimana fa mi si è presentata l’occasione per acquistare il telescopio usato dal giappone. Temevo molto per la spedizione intercontinentale, ma tutto è filato liscio e ,aperto lo scatolone, mi sono ritrovato davanti un gioiello quasi intonso:
Esteticamente penso che sia uno dei telescopi più belli mai prodotti. La linea pulita giapponese, il bianco del tubo, il verdino del focheggiatore, le giuste proporzioni.
Otticamente com’è?
Montato in giardino, ho aspettato l’imbrunire per provarlo su alcune doppie ( per i pianeti e la luna bisogna alzarsi prima dell’alba, ma è più forte di me: non ce la faccio!).
I grandi classici di stagione sono la doppia doppia della lira, epsilon bootis, alpha herculis, rho herculis e tante altre.
La figura di rifrazione a fuoco è perfetta, l’obiettivo è perfettamente centrato, il focheggiatore è in asse ( dopo il lungo tragitto era allineato pure il cercatore), non c’è parvenza di cromatismo, ma dovrei riprovarlo su luna e venere.
Son molto contento, sarà il telescopio da portare in vacanza accoppiato con una montatura leggera.