O meglio, un raduno di rifrattori a Opera, in compagnia dei “ragazzi” della notte dei lunghi tubi e di “Salimba”, alias mr Binomania.
I tubi erano veramente tanti, tra cui alcuni rari, alcuni strambi, tutti con un loro spiccato carattere.
Ho rivisto vecchi amici, come Angelone, Andrea, il Toni, Mr Tecnosky, il mitico Alfredo e consorte, dunque la serata è ststa di sicuro piacevole.
Ho osservato in pratica in tutti i telescopi, e mi sono fatto di ognuno di loro un’idea più o meno precisa.
La palma della sorpresa va al piccolo Pentax 75: uno snaptest spaventoso, il punto di fuoco è precisissimo, impossibile sbagliarsi.
Il più deludente è stato un’imponente Officina Stellare, forse anche a causa di un orribile diagonale a specchio.
C’era un immenso giacometti, in cui mi aspettavo di vedere molto, molto di più.
C’erano poi due opere d’arte meccaniche: lo zeiss meniscas e il mitico apq130. Del primo sono rimasto molto deluso, il secondo a mio parere non si discosta da altri telescopi pari apertura ma con meno blasone, tipo fs128 o d&g 127 f-lungo.
L’astrophisics 150 superplanetary mi ha notevolmente colpito sulla luna, non su giove e saturno.
Il clavicembalo era un acromatico da 20 f9, di cui non valeva la pena del divorzio se l’avessi portato a casa.
Due telescopi come qualità erano nettamente aldilà di tutti gli altri: il mio fs102 e uno stupendo Tec140ed.
In quest’ultimo ho osservato dettagli gioviani che raramente ho scorto su telescopi molto molto più grandi ( delle bande vicino ai poli molto elusive in telescopi dal diametro più che doppio).
Cosa mi porto a casa? Di sicuro che per osservare bene e frequentemente non occorre nessuno dei telescopi di ieri sera, basta molto meno. Bisogna porre particolare attenzione al diagonale (no assoluto agli specchi) e agli oculari utilizzati.