STAKAHASHI!

L’amico Andrea ha preso un’infatuazione per un astrophisics superplanetary 6″ f12, così gli ho potuto prendere un telescopio che gli ho sempre invidiato molto: un acromatico celestron 6″ f8 con cella collimabile e ottiche HD. Il doppietto sarà meglio oppure no rispetto al classico skywatcher?

In tutta onestà non mi interessa molto, questioni che lascio a filologhi molto più esperti di me. Ero molto interessato invece al fatto che la cella fosse collimabile.

Eccolo in tutta la sua maestà sopra la spdx:

Nonostante la mole, il tubo è abbastanza leggero e viene gestito egregiamente dalla giapponesina. L’unico intoppo è che quando giove è alto, bisogna sdraiarsi per terra.

Il backfocus è maggiore rispetto ai fratelli con cella non colimabile, pertanto, se si usa un diagonale da 31,8, occorre una prolunga di circa 8cm.

Ieri sera ho osservato prima di cena uno dei più bei giove di sempre. Sembra incredibile scriverlo, dopo aver posseduto fs128, toa130, 150ed, c11, c9, mewlon210, fs102 ecc.

Questo è il disegnino:

L’immagine era costante e leggibile per tutto il tempo, pur essendo il seeing, valutato su theta aurigae pari a III.

Mi ha colpito la parte tra SEB e la SSTB: un intrico di bande e zone continuamente interrotte, con curvette e tacche. A sud della GMR c’era un banda scura molto corta, preceduta da una banda più stretta e lunga un po’ più a nord.

La SEB aveva delle tacche bianche sul bordo nord sottilissime che non sono riuscito a rendere nel disegno.

Ah, per oculare ho utilizzato un rarissimo pentax xp 8mm. Oculare nato per la fotografia, che ha un’incisione spaventosa.

Sono estremamente contento del telescopio e dell’oculare: un’accoppiata pazzesca.

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