Piacevole serata in giardino

Ieri, nel tardo pomeriggio, appena tornato a casa ho montato il nikon 100ed.

Il cielo era terso, molto blu per essere in pianura padana, anche se non c’era vento.

La luna era in congiunzione larga con giove: un fantastico duetto in alto a ovest. Se il gigante gassoso è ormai lontano e non mostra tantissimi dettagli, rispetto a quando è vicino all’opposizione, la luna è più lasciva, si lascia guardare tutto l’anno, sculettando nel suo moto libratorio.

E proprio la luna in queste sere limpide e tranquille sta mostrando una bellissima luce cinerea:

La parte in luce sembra brillare incendiata dalla luce solare e il terminatore pare il confine tra l’avanzamento della fiamma e il buio.

Ma la luna non è solo luce cinerea, è soprattutto contrasto tra parti illuminate e parti in ombra. Il gioco delle ombre, che disegnano profili allungati, lascia intuire la forma dei picchi che le proiettano, trasportandoci direttamente lassù, con l’immaginazione.

Dopo cena son tornato in giardino, ma il cielo si stava annuvolando. Son riuscito giusto a godermi qualche stella doppia.

Quando si puntano le stelle con un buon rifrattore, la visione spezza in fiato. Mi son divertito a confrontare i dischi di rifrazione delle stelle doppie per calcolarne la differenza di luminosità. In telescopi piccoli è semplice, perchè i dischi sono più grossi che in telescopi più grandi. Questi, avendo un potere risolutivo maggiore, fanno le stelle più piccole, ma soffrono il seeing, che pasticcia i dischi rendendoli poco leggibili.

Le serate così: in silenzio, un telescopio, una manciata di oculari e lui, il cielo. Cercando manualmente tutto, orientandosi con vecchie mappe e una lucetta, senza assilli tecnologici come orario, tempo universale, coordinate geografiche, allineamento con stelle improbabili e nascoste. Questo è il mio modo di vivere l’astronomia, quasi una meditazione all’oculare.

Cieli sereni,

kapp

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